Vaccinazioni: precedenza alle categorie fragili e regole comuni

Sebbene sia la mancanza di vaccini a condizionare la campagna di somministrazione, ci sono altri nodi da sciogliere per rendere questa azione più efficace.

Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto, ha partecipato stamattina all’incontro delle parti sociali con l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. Era presente anche la nuova segretaria generale di Uil Pensionati Veneto Debora Rocco.

«Apprezziamo lo sforzo che sta compiendo la Regione – hanno spiegato Toigo e Rocco – e ci rendiamo conto che molti progetti siano condizionati dalla mancanza di dosi di vaccino. Nell’immediato futuro sono attese 300mila dosi (150mila questa settimana, altrettante la prossima), assolutamente insufficienti per raggiungere la quota di 50mila somministrazioni al giorno ipotizzato dalla Regione. Detto questo, abbiamo chiesto che il sistema di prenotazione e somministrazione diventi più strutturale: il portale unico ha ancora qualche intoppo, e abbiamo diverse segnalazioni di ultraottantenni che non sono ancora stati né vaccinati né tantomeno contattati. Chiediamo che la Regione crei un contatto diretto con queste persone, per tranquillizzarle e indirizzarle verso una soluzione. Ribadiamo inoltre la richiesta di uniformità di comportamenti tra le varie Ulss, perché la discrezionalità è nemica della chiarezza. Concordiamo con la Regione su quanto sia fondamentale l’azione dei Medici di Medicina Generale, il cui contributo con le classi di età più numerose sarà determinante».

Con l’arrivo della bella stagione e del caldo bisognerà prevedere strutture idonee: «Non possiamo lasciare le persone, soprattutto le più anziane e fragili, ad attendere al caldo, sotto il sole». 

Ultima annotazione sulle vaccinazioni in azienda. «Secondo noi resta una buona idea – conclude Toigo – ma ribadiamo ancora una volta che si debba dare la precedenza alle categorie più fragili, alle persone più anziane. Soltanto in questo modo potremo abbattere il numero di decessi e permettere alle strutture sanitarie di erogare tutte le prestazioni necessarie, non solo quelle legate alla gestione della pandemia. Quando questa fascia di popolazione sarà al sicuro e ci saranno dosi di vaccino sufficienti, saremo i primi a dare una mano per organizzare la vaccinazione nei luoghi di lavoro».